Nuovi venti di nazionalismo, revanscismo e tensione interetnica che soffiano sull’intero territorio della ex Jugoslavia, teatro dei sanguinosi conflitti degli anni novanta.
Kosovo, Macedonia e Bosnia–Erzegovina sono i Paesi dove la situazione e’ piu’ critica. Nonostante il dialogo facilitato dalla Ue e un gran numero di accordi raggiunti a Bruxelles, i rapporti fra Pristina e Belgrado negli ultimi mesi si sono fortemente deteriorati, sopratutto dopo la vicenda del treno con simboli patriottici e nazionalisti serbi fatto partire da Belgrado verso il nord del Kosovo a maggioranza serba. Una iniziativa definita dai kosovari come ‘aperta provocazione’.
Quando la situazione stava per precipitare in un possibile confronto armato, la dirigenza serba ha deciso di far tornare indietro il convoglio.
La situazione in Kosovo potrebbe divenire esplosiva quando si conosceranno le prime incriminazioni da parte del Tribunale speciale dell’Aja che indaga sui crimini dell’Uck, la guerriglia
indipendentista albanese che combatte’ contro le forze serbe nel conflitto di fine anni novanta. Fra gli imputati potrebbero esserci dirigenti di primo piano a Pristina in passato leader
dell’Uck, a cominciare dal presidente Hashim Thaci.
Potenzialmente esplosiva e’ la situazione in Macedonia, dove la numerosa comunita’ albanese, che costituisce il 25% della popolazione, chiede maggiori diritti e pone condizioni per appoggiare il governo di Skopje, che non puo’ fare a meno del suo sostegno. Il presidente respinge le loro richieste come incostituzionali e messe a punto in Albania, e il Paese e’ ancora
senza un governo dal voto di dicembre.
In Bosnia si fa sempre piu’ largo il solco fra le due entita’, la Republika Srpska e la Federazione croato-musulmana, con i serbo-bosniaci che accentuano le minacce di secessione. E nelle ultime settimane si e’ acuita la tensione tra Sarajevo e Belgrado per la decisione del rappresentante musulmano della presidenza tripartita bosniaca di ritornare sulle accuse di genocidio nei
confronti della Serbia.
Anche il Montenegro non e’ esente da tensioni, dopo il tentativo di golpe di ottobre e il boicottaggio dei lavori parlamentari attuato dalle opposizioni.
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