Cultura

Al Museo Leonardiano il disegno anatomico di Leonardo al tempo del Salvator Mundi fino al 23 settembre

Una nuova mostra in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna che approfondisce, attraverso l’esposizione di alcuni fogli anatomici eseguiti da Leonardo e bottega, il metodo di lavoro e l’attività dell’atelier del maestro nel periodo in cui venne eseguito l’enigmatico dipinto del Salvator Mundi.

Qual era il metodo di lavoro di Leonardo e come si svolgeva l’attività nella sua bottega nel periodo in cui stava dipingendo il Salvator Mundi?

La mostra Il disegno anatomico di Leonardo al tempo del Salvator Mundi intende rispondere a questo interrogativo che riguarda il celebre dipinto, oggi in collezione privata saudita, attraverso l’indagine e lo studio di alcuni disegni anatomici eseguiti da Leonardo e bottega nei primi due decenni del XVI secolo.

Il fulcro dell’esposizione sono dunque due disegni originali, uno di Leonardo con apporti di altri artisti della sua bottega Due studi di gambe, una vista di lato col bacino e il ventre, l’altra frontalmente (Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana) e uno raffigurante Studi anatomici dei fasci muscolari delle gambe, con uno studio di una figura virile vista di spalle e della testa e del busto di una figura maschile (Milano, Civico Gabinetto dei disegni, Castello Sforzesco).

Sul retro di quest’ultimo disegno, compare la scritta SALVTOR MUNDI. Tale annotazione, riferibile al famoso omonimo quadro, offre la chiave per entrare nel laboratorio di Leonardo e svelare un contesto di produzione articolato e complesso, che aggiunge inediti e importanti tasselli alla storia di questa enigmatica opera.

La presenza del disegno anatomico di mano di Leonardo proveniente dalla Veneranda Pinacoteca Ambrosiana consente invece al visitatore di mettere a confronto disegni autografi e copie eseguite dagli allievi dopo il 1510 circa e di fissare la data in cui il Salvator Mundi stava per essere completato da Leonardo e dai suoi assistenti.In questa mostra l’opera grafica del maestro viene indagata attraverso innovative tecnologie di acquisizione dell’immagine e restituita attraverso l’applicazione ISLe (InSignt Leonardo), sviluppata dall’Università di Bologna. Il visitatore, grazie a tavoli touchscreen, può proiettarsi dentro i piccoli e densi fogli leonardiani, per scoprire ciò che a occhio nudo non è possibile osservare e integrare così l’osservazione dei fogli originali.

Il percorso espositivo comprende anche una macchina visiva, che mostra affinità e differenze tra i disegni anatomici tracciati sul recto del foglio conservato al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco di Milano in mostra con altri disegni di Leonardo di analogo soggetto. La sovrapposizione rende evidente come le copie non fossero semplici esercizi didattici oppure repliche di originali del maestro, ma anche varianti dovute a differenti impieghi. Un tavolo didattico interattivo permette di ripercorrere le fasi costruttive del disegno; infine trova spazio anche un’esposizione degli strumenti e dei materiali da disegno dell’epoca come il gessetto o matita rossa, la penna d’oca, lo stilo di metallo con la punta di piombo o d’argento.

La mostra, a cura a cura di Pietro C. Marani, Roberta Barsanti, Marco Gaiani, è stata realizzata grazie alla collaborazione della Biblioteca Leonardiana con l’Università di Bologna e con le istituzioni milanesi che hanno prestato i due disegni in esposizione: la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco.

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