Quasi la totalità dei pazienti con un cancro al seno o al colon-retto guarisce, cioè ha un’aspettativa di vita simile a quella di chi non ha avuto tumori, se la malattia è stata diagnosticata al primo stadio.
Lo mostrano i risultati di un ampio studio epidemiologico condotto in Italia con il supporto di Fondazione AIRC.
Il gruppo di ricercatori, considerando un campione di quasi 1 milione di persone, ha rilevato che circa il 99% delle donne con cancro al seno diagnosticato al primo stadio e il 92% di quelle che hanno ricevuto la diagnosi al secondo stadio guarirà. E lo stesso vale per circa il 90% delle persone con tumore al colon-retto diagnosticato al primo stadio.
Queste stime mostrano quanto stanno migliorando i sistemi di prevenzione e le terapie negli ultimi anni in Italia. Tuttavia, il dato diminuisce quando la malattia viene diagnosticata negli stadi successivi, come spesso avviene, soprattutto nel caso del cancro del colon-retto. Emerge quindi l’importanza di effettuare screening con la frequenza e nelle fasce d’età consigliate dal Servizio sanitario nazionale in ciascuna Regione.
In conclusione, i risultati dello studio rispecchiano i miglioramenti delle terapie per il tumore mammario e colorettale, ma lanciano anche due messaggi di prevenzione. Per individuare l’eventuale presenza di un tumore al seno e al colon-retto al primo stadio, massimizzando il risultato delle terapie, “è importante svolgere gli screening nelle fasce di età e con la frequenza consigliate dal Servizio sanitario nazionale in ciascuna Regione” precisa il ricercatore. È cruciale sottolinearlo soprattutto nel caso del tumore al colon retto, visto che in media meno del 30 per cento delle persone idonee in Italia partecipa allo screening e solo una minoranza delle diagnosi avviene al primo stadio. Inoltre, viene ribadita l’importanza di seguire abitudini e comportamenti salutari: non fumare, svolgere attività fisica, mangiare in modo vario ed equilibrato ed evitare il consumo di alcol. “Tutte queste indicazioni non valgono solo prima di sviluppare un tumore, ma anche e soprattutto dopo la diagnosi, quando si è guariti” conclude Luigino Dal Maso.
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