Spettacoli

Lo schermo dell’arte Film Festival 2020, a Firenze dal 10 al 14 novembre

La XIII edizione dello Schermo dell’arte, progetto che indaga le relazioni tra cinema e arte contemporanea, si terrà a Firenze dal 10 al 14 novembre 2020.

Il Festival si svolgerà con proiezioni in sala al Cinema La Compagnia e in streaming on demand sulla piattaforma PiùCompagnia in collaborazione con MYmovies.itTra i film in programma molte anteprime di film realizzati da artisti con una speciale attenzione alla produzione italiana, tra cui: Francis Alÿs, Flatform, Janis Rafa, Emily Jacir, Thao Nguyen Phan, Omer Fast, Riccardo Benassi, Anna Franceschini, e il primo documentario dedicato a JR, uno dei più famosi street artist internazionali.

Oltre ai film ci saranno lectures, tavole rotonde e incontri con gli autori.Il Festival organizza anche la nona edizione di VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images con la mostra Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, prodotta con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. La mostra sarà inaugurata lunedì 9 novembre e rimarrà visitabile fino al 9 dicembre.

“Siamo felici di poter tornare a vedere film sul grande schermo perché riteniamo che la condivisione sociale dell’esperienza culturale sia un fattore irrinunciabile. Allo stesso tempo, grazie al successo dei programmi di streaming che abbiamo organizzato durante il lockdown con l’obiettivo di aumentare l’accessibilità all’arte in un periodo di costrizione fisica, proseguiamo con l’offerta di cinema da fruire in rete, consapevoli di una modalità di visione che si è straordinariamente espansa nei mesi della chiusura” – dichiara Silvia Lucchesi, direttrice del Festival.

In questo anno così difficile nel quale si sono susseguiti momenti di speranza e di disperazione, la proposta dello Schermo dell’arte vuole costituire una sorta di promemoria per il futuro. Riflettendo sull’esperienza di questo presente caotico, incerto, irregolare e scambiando idee e informazioni con gli artisti e gli amici invitati, con i quali Lo schermo dell’arte condivide un percorso, il Festival vuole immaginare scenari e prospettive future e pensare a nuove forme e modalità del sistema dell’arte. Oggi, gli artisti di tutte le discipline hanno bisogno di tempo, spazio, libertà per recuperare, concentrarsi e procedere. In questo momento di crisi globale, confrontarsi e lavorare insieme è questione essenziale.
Per questi motivi il cinema degli artisti, ancor più che negli anni scorsi, è al centro di questa edizione, una scelta che è andata sempre più caratterizzando l’identità del Festival distinguendolo nel panorama nazionale e internazionale dell’arte contemporanea. Il loro sguardo partecipato o critico, il racconto di esperienze personali, la trasfigurazione poetica di storie marginali ed emarginate, la riflessione sull’uso del medium e della tecnologia rappresentano possibili vie di lettura della realtà che ci circonda.

Lo schermo dell’arte, inoltre, organizza la nona edizione di VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images, progetto di ricerca e residenza, ideato e curato da Leonardo Bigazzi, dedicato ad artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica. Si terrà dal 9 al 14 novembre 2020 ed è rivolto a 12 giovani artisti italiani ed europei selezionati attraverso una open call, aperta fino a giovedì 1° ottobre. La selezione è condotta in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. VISIO è strutturato in una mostra e una serie di seminari, tavole rotonde e incontri. Tra gli ospiti già confermati di questa edizione Philippe Alain-Michaud, Beatrice Bulgari, Adrienne Drake, Omer Fast, Ilaria Gianni, Alessandro Rabottini e Hilde Teerlinck.VISIO è un progetto che si fonda sulla costruzione di un’esperienza collettiva di condivisione generata da una comunità aperta di artisti, curatori e collezionisti. Per questo sarà fatto tutto il possibile perché il programma garantisca in sicurezza la presenza degli artisti e degli ospiti a Firenze. Essendo consapevoli delle difficoltà e delle incertezze dovute alla situazione sanitaria globale, e della precarietà generata dalla pandemia, si è scelto quest’anno di sostenere i 12 artisti partecipanti con 250 euro per le spese di viaggio.

La mostra con le opere dei partecipanti, intitolata Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, è prodotta con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Sarà allestita dal 9 novembre al 9 dicembre 2020 negli spazi di Manifattura Tabacchi, ex complesso industriale in stile razionalista oggi al centro di un importante progetto di rigenerazione urbana che si propone di dar vita a un nuovo quartiere per la città e un centro per la cultura contemporanea, l’arte e la moda che sia complementare al centro storico, aperto a tutti e connesso col mondo.( https://www.manifatturatabacchi.com/en/progetto/). La mostra presenterà quindi dodici film, video e installazioni che riflettono sulle questioni più urgenti generate dall’attuale crisi mondiale, proponendo visioni alternative per ripensare il presente e immaginare il futuro.Confermato il VISIO Young Talent Acquisition Prize (VI edizione) con l’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei. Con questo Premio, Lo schermo dell’arte, grazie alla partnership con Seven Gravity Collection, intende sostenere giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica promuovendo il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista.

Alcune anticipazioni del programma della XIII edizione:

Anteprima. Sandlines, the Story of History (Iraq, 2020) dell’artista Francis Alÿs, che sarà il protagonista del padiglione del Belgio alla prossima Biennale di Venezia. Come sempre nel lavoro di Alÿs anche questo film si muove nello spazio interdisciplinare tra arte, architettura, performance e pratica sociale. L’artista ha lavorato in un remoto villaggio nella provincia di Nineveh, in Iraq, insieme ad un gruppo di bambini che, come in un gioco di ruolo, interpretano personaggi che hanno segnato un secolo di storia del proprio paese. Nonostante gli avvenimenti drammatici che hanno devastato la loro terra, essi sembrano conservare spensieratezza e innocenza mentre giocano tra le dune del deserto.

Anteprima. JR, uno dei più famosi street artist internazionali, autore cinematografico (Visage Village realizzato con Agnes Varda), e autore di celebri progetti di arte pubblica (l’ultimo Omelia contadina lo vede filmato da Alice Rohrwacher), è il protagonista del documentario #JR (Francia, 2018) realizzato da Jean July e Daniel Ablin in stretta collaborazione con l’artista stesso. È il racconto della sua straordinaria avventura che lo ha portato da New York a Shangai, dalla Palestina alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, dove è intervenuto con le sue gigantesche fotografie coinvolgendo artisti e abitanti nella convinzione che l’arte può aiutare a cambiare il mondo.

Anteprima. Kala Azar (Paesi Bassi, Grecia, 2020) è il primo lungometraggio dell’artista greca Janis Rafa, con il cui progetto ha vinto nel 2017 il Feature Expanded Distribution Award. Premiato all’IFFR con il KNF Award e all’Hong Kong International Film Festival (Special Mention Young Cinema Competition), Kala Azar è incentrato sulla vita di una giovane coppia che lavora in un crematorio per animali recuperando le carcasse di questi trovate lungo la strada. I loro sinceri gesti di affetto riescono ad accendere una luce in quella che altrimenti apparirebbe come un’esistenza buia che trascorre nella desolazione di un Paese – la Grecia – che nell’abbandono del paesaggio reca evidenti i segni della devastante recente crisi economica e sociale.

Anteprima. letter to a friend (Palestina, 2019) in cui l’artista Emily Jacir, che vive in una delle zone più critiche di Betlemme, in Palestina, area in cui l’intervento edilizio e militare dello stato di Israele ha sconvolto completamente la geografia e la vita dei suoi abitanti, lancia un appello al gruppo di ricerca londinese Forensic Architecture, chiedendo loro di condurre un’indagine per ricostruire la storia della strada in cui si trova la casa che da oltre un secolo appartiene alla sua famiglia, prima che i soldati israeliani possano requisirla.Anteprima. Il fiume Mekong, che attraversa sei nazioni e rifornisce di acqua numerosissimi allevamenti di pesci e risaie in Asia, è il soggetto principale di Becoming Alluvium (Spagna, Vietnam, 2019), cortometraggio realizzato dall’artista vietnamita Thao Nguyen Phan che lei stessa definisce a tutti gli effetti una “immagine in movimento”. Phan inquadra il fiume dalle sue rive, dall’alto, dalle sue acque, ne osserva i cambiamenti, immagina le sue vite precedenti e le sue reincarnazioni, per ripercorrere così il passato del Vietnam e allo stesso tempo interrogarsi sull’incerto futuro del fiume, alterato nei suoi cicli dal cambiamento climatico e dai numerosi interventi dell’uomo.

Anteprima. L’ultimo lavoro dei Flatform History of a Tree (Italia, 2020) è la storia di una quercia nata circa 900 anni fa, conosciuta anche come Quercia dei Cento Cavalieri, che si trova nel comune di Tricase, in provincia di Lecce. Questo territorio nella storia è stato attraversato da numerosi flussi migratori e l’albero, come un testimone silenzioso, nei secoli ha offerto riparo a viaggiatori e pellegrini raccogliendo idealmente le loro storie. La macchina da presa si muove tra i suoi rami nodosi, le foglie e la spessa corteccia, mentre i rumori della natura sono alternati con dei brevi dialoghi immaginati e scritti dagli autori del film, che offrono una narrazione sulle culture e le persone che in quasi mille anni hanno sostato o sono passate vicino alla quercia.

Anteprima. Phonemenology (2018) di Riccardo Benassi che dopo la proiezione del film sarà in conversazione con Andrea Lissoni, neodirettore dell’Haus der Kunst di Monaco.
In questo video essay l’astista è interessato ad analizzare l’impatto della tecnologia nel rapporto quotidiano con lo spazio, riflettendo soprattutto su come i dispositivi tecnologici hanno modificato radicalmente le strutture per vivere e organizzare il reale, dall’architettura alla politica, dalla produzione culturale al consumo.
Oggetti, animazioni in 3d e numerose parti testuali, che come in un saggio servono all’artista per esplicitare il proprio pensiero, compaiono sullo schermo a più livelli in un continuo cambio di ambientazione: dalla casa, alla periferia europea, dalle acque di un ignoto mare, alla campagna componendo una fenomenologia delle interfacce contemporanee.

Anteprima. Der Oylem iz a Goylem (Austria, Germania, 2019), dell’artista Omer Fast, commissionato dalla Salzburger Kunstverein, è una rappresentazione della relazione tra l’umano e il sovrannaturale. Protagonisti una sciatrice solitaria che incontra il fantasma di un ebreo ortodosso. Come la protagonista che per esorcizzare fantasma deve rompere i confini tra il mondo reale e le fiabe, così lo spettatore si trova a riflettere sulla propria sfera di credenze e a chiedersi se, come recita il titolo, il mondo sia un Golem.

BUSTROFEDICO (Italia, 2019) cortometraggio che l’artista Anna Franceschini ha realizzato come evento speciale per la chiusura del Padiglione Italia Né altra né questa: la sfida al labirinto curato da Milovan Farronato per la 58esima Biennale di Venezia del 2019. Si chiamano bustrofediche le scritture che cambiano direzione a ogni riga, da sinistra a destra e viceversa. Bustrofedico è il movimento della macchina da presa che attraversa, in maniera circolare e frenetica gli spazi del padiglione, parzialmente riadattati per le riprese, così come sono state liberamente interpretate le sculture e le installazioni dei tre artisti David, Chiara Fumai e Liliana Moro. Il risultato è un film pervaso da un’atmosfera di tensione nella quale lo spettatore si sente smarrito come all’interno di un labirinto. L’artista sarà in conversazione con Milovan Farronato dopo la proiezione.

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