Italia

Un taglia per catturare il killer di Budrio, il fuggitivo Igor Vaclavic

Cinquantamila euro da vivoventicinquemila da morto. Questa la taglia che fino al 22 ottobre penderà sulla testa del killer di Budrio Igor Vaclavic, offerta dal comitato degli ‘Amici di Davide Fabbri’ e oggi formalizzata con tanto di lettera dell’avvocato della famiglia del barista ucciso.

La somma verrà riconosciuta “a chi per primo fornirà notizie precise atte a rintracciare in concreto e quindi ad assicurare alla giustizia il latitante Norbert Feher alias Igor Vaclavic”.

“La somma che verrà riconosciuta a favore di colui che per primo fornirà tali indicazioni – si legge ancora nella lettera dell’avvocato – è quella di 50.000 euro. Il pagamento verrà fatto ad avvenuto ed effettivo ritrovamento del predetto latitante, assicurato alla giustizia. In ipotesi avvenisse il ritrovamento del cadavere di Igor, sempre a favore di colui che fornisce per primo notizie in merito, verrà riconosciuta una ricompensa pari al 50% dell’importo predetto”.

26 aprile 2017 | Delitto di Budrio, continua la caccia al fuggitivo Norbert Feher alias Igor Vaclavic

Continua la caccia a Norbert Feher alias Igor Vaclavic, il serbo indagato per tre omicidi dalle procure di Bologna, Ferrara e Ravenna. Nel frattempo è stata denunciata la scomparsa di un kit di pronto soccorso da un garage vicino ad un casolare che si trova nella zona in cui sta andando avanti da giorni la caccia al killer. Il proprietario dello stabile, però, non ha saputo dire agli investigatori con esattezza a quando risale il furto.

Le ricerche proseguono e in mattinata c’è stato un nuovo blitz da parte delle forze dell’ordine in un casolare a Consandolo (Ferrara). Sul luogo, per i rilievi, la polizia scientifica. Dentro il casolare, è stato trovato un materasso poggiato per terra.

Intanto sono state rimpinguate le forze impiegate per ritrovare il killer che è accusato di essere l’omicida di Davide Fabbri, il barista ucciso a Budrio, e di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria freddata a Portomaggiore (Ferrara), e che è indagato dalla Procura di Ravenna per l’omicidio del metronotte Salvatore Chianese, assassinato a Lido di Savio (Ravenna). Le unità di uomini che si occupano di cercare il latitante sono ora passate da 1.000 a 1.200.

21 aprile 2017 |Delitto di Budrio, prosegue la caccia al fuggitivo Norbert Feher alias Igor Vaclavic

Proseguono incessantemente le ricerche di Norbert Feher, alias Igor il russo,  confortate da tracce trovate dai cani molecolari anche due giorni fa. Tracce che, puntualmente, svaniscono in prossimità dei corsi d’acqua.

Secondo gli inquirenti, Norbert Feher è aiutato nei suoi spostamenti e nella fuga da complici e si rifugia per la notte in giacigli improvvisati e abitazioni abbandonate. Gli inquirenti stanno scandagliando tutte le conoscenze di Feher alla ricerca di indizi.

17 aprile 2017 |

A 17 giorni dal primo omicidio, quello del barista Davide Fabbri a Budrio, e a 9 giorni dall’inizio della caccia all’uomo dopo l’assassinio della guardia giurata Valerio Verri a Portomaggiore (Ferrara), è ancora a piede libero il feroce killer serbo Norbert Feher alias Igor Vaclavic, ricercato per i due omicidi in Italia, oltre a diverse rapine, e per rapina con violenza sessuale in Serbia.

Centinaia di carabinieri coadiuvati da forze speciali, come i cacciatori di Calabria e i paracadutisti del Tuscania, lo cercano incessantemente battendo una ‘zona rossa’ di circa 40 chilometri individuata tra il Bolognese e il Ferarrese, nelle campagne fra Marmorta e Campotto. Ormai è stata perlustrata quasi la metà del perimetro tracciato dalle forze dell’ordine. I tempi, però, si stanno facendo sempre più stretti e le forti piogge di sabato e domenica notte potrebbero aver giocato a favore del fuggitivo nel cancellare o attenuare le tracce fiutate dai cani molecolari.

Secondo le unità cinofile, però, il killer si troverebbe ancora all’interno della ‘zona rossa’. Gli inquirenti si sarebbero dati tempo fino al 25 aprile prima di cambiare strategia di ricerca. Il killer, intanto, è stato riconosciuto in modo inequivocabile da Marco Ravaglia, la guardia ecologica ferita da Feher che, dal suo letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Bufalini di Cesena, ha ricostruito cos’è accaduto nelle campagne del Mezzano quando, insieme al collega Valerio Verri, ha fermato il killer per un controllo antibracconaggio e il fuggitivo ha sparato 4 colpi contro di lui e uno contro Verri, uccidendolo.

Si fa strada sempre di più l’ipotesi che il killer abbia appoggio e sostegno da qualcuno che potrebbe avergli fornito un rifugio ed essere anche suo complice. Da giorni continuano ad essere sentite persone che, in passato, sono entrate in contatto con lui, anche per vie traverse. Gli investigatori coordinati dalle procure di Bologna e Ferrara, inoltre, non hanno trascurato nessun elemento ricavabile dall’utenza telefonica che il killer ha avuto in uso fino a domenica 9 aprile, il giorno successivo all’omicidio del Mezzano, otto giorni dopo il delitto di Budrio.

Il cellulare non è intestato a Feher ma era lui a disporne, come indicano gli accessi al suo profilo Facebook per cancellare le fotografie che avrebbero potuto compromettere i suoi contatti. Il killer avrebbe utilizzato, in questi mesi almeno tre schede telefoniche, in tutti e tre i casi intestate a persone diverse, tra cui una donna; persone che sono state già interrogate dalle forze dell’ordine.

Anche sulle farmacie in zona resta alta l’attenzione, vengono visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza e ogni giorno i carabinieri sono in contatto con i farmacisti perché segnalino qualsiasi cliente sospetto. Feher, infatti, come testimoniano le tracce di sangue trovate fuori dal bar di Budrio e sul Fiorino rubato per la fuga e poi abbandonato, sarebbe ferito. Il kit di pronto soccorso trovato nel furgoncino, però, non è risultato acquistato in nessuna farmacia della zona.

13 aprile |Caccia al fuggitivo Igor “il russo”, braccato dalle forze dell’ordine

Continua la caccia al killer di Budrio. Sono state trovate delle aree, ieri sera, in cui il fuggitivo ha di recente trascorso del tempo per riposare. A confermarlo il capitano Stefano Biasone, ufficiale dei paracadutisti del Tuscania.
Sono circa un migliaio le forze dell’ordine che braccano Igor-Norbert che, però, conosce il territorio a menadito: si va avanti ad oltranza. Le ricerche continuano a concentrarsi nella ‘zona rossa’, l’area palustre che incrocia le province di Bologna, Ferrara e Ravenna.

Gli investigatori sono convinti infatti che il serbo sia ancora nell’area a nord di Molinella. Ieri, a riprova di questa ipotesi, vicino a dove era stato avvistato il killer l’ultima volta, fra Marmorta e Campotto, sono state trovate delle tracce fresche del latitante.

Il fuggitivo sarebbe ferito, come dimostra anche il kit di pronto soccorso trovato dentro il Fiorino, insieme a due numeri di telefono scritti su un bigliettino che gli inquirenti stanno controllando per capire se sono del proprietario del furgoncino o del killer. Confermata anche la notizia della sparizione di una piccola imbarcazione dall’imbarcadero di un agricoltore, utilizzata per piccoli spostamenti nel labirinto dei canali della zona. Un fatto che ha fatto supporre agli inquirenti che Igor si nasconda nei canali e si muova di notte, aiutato probabilmente da conoscenze.

Intanto Marco Ravaglia, l’agente della Polizia Provinciale di Ferrara che si trovava insieme a Valerio Verri, e che è stato raggiunto da tre colpi esplosi dal killer e ricoverato al Bufalini di Cesena, ha subito il terzo intervento chirurgico per estrarre uno dei proiettili che l’ha colpito alla spalla. L’operazione si è conclusa positivamente.

L’agente è stabile, in prognosi riservata, nel reparto di rianimazione. Il 53enne dovrà subire un quarto intervento ma sta reagendo bene e si trova ormai fuori pericolo. Non appena sarà in grado di parlare, il pm Ciro Alberto Savino lo raggiungerà per raccogliere la sua testimonianza sul killer serbo.
11 aprile 2017 | Caccia al fuggitivo. In campo le forze speciali e tiratori scelti

Sono trascorsi tre lunghissimi giorni dall’ultimo contatto, ma di Igor Vaclavic, alias Ezechiele Norbert Feher, ancora non c’è traccia. Dalla caserma dei carabinieri di Molinella, punto di appoggio per circa un migliaio tra Cacciatori “Calabria”, “Tuscania”, Gis e tiratori scelti, il pm Marco Forte non fa trapelare alcuna notizia sull’avanzamento delle indagini sul killer che ha freddato il barista di Budrio, Davide Fabbri, la sera dell’1 aprile e, una settimana dopo, la guardia ambientale volontaria Valerio Verri. Dopo aver ferito la stessa sera un’altra guardia, l’uomo a cui si dà la caccia da oltre dieci giorni ha abbandonato l’auto lungo l’argine di un fiume a Molinella ed è scappato a piedi per la campagna.

E’ il sindaco Dario Mantovani, assieme al collega del comune di Argenta nel ferrarese, Antonio Fiorentini, a lanciare un appello in serata dopo un summit con alcuni amministratori: “E’ consigliata prudenza e soprattutto è fatto divieto diffondere notizia non supportate che possano creare pericolo come purtroppo si è già verificato”.

La comunicazione si è resa probabilmente necessaria dopo le numerose, troppe, telefonate arrivate al comando dei carabinieri di sedicenti testimoni.

Le strade e i casolari sono battuti a tappeto da domenica mattina; da oggi anche con i droni si cerca di raggiungere il territorio più impervio e i capannoni diroccati; gli elicotteri continuano a mappare il territorio dall’alto; i cani molecolari cercano tracce dell’uomo che sulla sua auto (un Fiorino) ha lasciato alcuni indumenti, un mozzicone di sigaretta e forse anche una traccia di sangue per una ferita dovuta allo scontro a fuoco con le due guardie ambientali.

C’è corrispondenza tra il sangue del killer rinvenuto all’esterno del locale di Riccardina di Budrio dove, lo scorso primo aprile, è stato ucciso il barista Davide Fabbri, e quello prelevato all’interno del Fiorino, utilizzato dall’omicida della guardia volontaria Valerio Verri.

Il responso arriva dagli accertamenti irripetibili eseguiti dai Ris ma è il vaglio delle impronte digitali, isolate nel corso delle indagini, a dare la certezza della presenza di Igor Vaclavic alias Norbert Feher sui luoghi del delitto.

Le impronte corrispondono infatti con quelle contenute nelle banche dati delle forze dell’ordine che identificano il killer associandolo con i diversi alias da lui utilizzati: sia il sangue che le impronte trovate sui luoghi degli omicidi apparterrebbero quindi a Igor, alias Norbert, che ha agito senza complici durante i due crimini.

9 aprile 2017| Caccia al fuggitivo Igor il russo

E’ caccia all’uomo senza sosta da parte delle forze dell’ordine nei boschi emiliani fra il ferrarese e il bolognese che circondano la strada provinciale Mondo Nuova, in un raggio di dieci chilometri da Portomaggiore nel Mezzano, alla rierca con molta probabilità di Igor Vaclavic detto “il russo”.
E’ lui l’uomo ritenuto responsabile dell’efferato omicidio giorni fa del barista di Budrio e che ieri sera, uccidendone una e ferendo gravemente l’altra, ha fatto fuoco in una strada di campagna sulle due guardie ecologiche volontarie della Provincia di Reggio Emilia in servizio di pattugliamento che si erano avvicinate incuriosite dal Fiorino bianco – risultato poi rubato- parcheggiato fra la strada e il bosco in un orario (poco dopo le 19) e in una zona abitualmente deserte.

A perdere la vita per mano di Igor il russo è stato Valerio Verri, 67 anni, originario di Portoverrara. A essere da ieri sera ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena dove è stato operato d’urgenza per ferite gravi ma ora non più in pericolo di vita è l’ ex presidente della Pro Loco di Portomaggiore, Marco Ravaglia il quale, che dopo la sparatoria, è riuscito a chiamare i soccorsi.

Poco dopo i sanitari del 118 sono arrivati sul posto Carabinieri, Polizia e reparti speciali ed è iniziata la caccia all’uomo che dura ormai da oltre 12 ore. Vaclavic sulle prime è fuggito a bordo della sua vettura bianca.

Giunto a uno dei numerosi posti di blocco oramai presenti su tutte le strade del Mezzano, fra le località di Marmorata e Molinella, Igor il russo avrebbe abbandonato il mezzo, proseguendo a piedi nei boschi circostanti la sua fuga, braccato dalle forze delle ordine.

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