Nessuna apertura anzi totale chiusura
da parte delle opposizioni alle proposte di modifica dell’Italicum che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha messo sul tavolo della direzione del Partito democratico.
Il segretario del Pd ha proposto di avviare dopo l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre una discussione in commissione alla Camera su quattro possibili modifiche: ballottaggio, premio di lista o di coalizione, elezione dei deputati e sulla scelta dei senatori del nuovo Senato.
Per il Movimento 5 stelle “Renzi e’ allo sbando totale” e “pur di cercare di tenere buoni i sempre piu’ numerosi esponenti ed elettori Pd che voteranno No al referendum, apre alla possibilita’ di modificare l’Italicum”. Una legge
elettorale, sottolinea Luigi Gaetti, capogruppo in Senato, “voluta dallo stesso Pd e da Renzi, approvata, addirittura, con la fiducia e che adesso, senza esser stata mai ancora utilizzata, d’un colpo va cambiata, casualmente perche’ potrebbe far vincere il Movimento 5 Stelle”.
Duro anche il commento di Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: “Renzi ha messo tre volte la fiducia sulla legge elettorale e adesso come un venditore di pentole dice ‘offro’ e rimette in discussione tutto”, scrive su Twitter dove aggiunge: “Si sta spaccando il partito del premier, Renzi ha spaccato il Paese e sta sfasciando anche il suo Pd” che “oggi e’ morto e non esiste piu'”.
Roberto Calderoli, senatore della Lega e vice presidente a Palazzo Madama, sprona i parlamentari del Pd alla ribellione:
“Se il segretario del mio partito avesse detto e si fosse comportato come ha fatto Renzi oggi, schiaffeggiando i suoi
interlocutori, e promettendo il tutto ‘a babbo morto’, mi sarei alzato e me ne sarei andato, resistendo alla forte tentazione di prenderlo a pomodorate”. E ancora: “Tirino fuori gli attributi e lo mandino a quel Paese una volta per tutte”.