Sette giganti scarabei bronzei dell’artista belga Jan Fabre a guardia del Forte Belvedere, il punto
più alto di Firenze, da sabato 14 maggio al 2 ottobre. Si rinnova l’appuntamento annuale con la grande arte al Forte di Belvedere. Dopo le mostre internazionali di Giuseppe Penone e Antony Gormley, i
bastioni dell’antica fortezza medicea ospitano le opere di Fabre, uno degli artisti più innovativi e rilevanti del panorama contemporaneo.
La grande mostra “Jan Fabre. Spiritual Guards”, promossa dal Comune di Firenze, si sviluppa tra Forte di Belvedere, Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria. Si tratta di una delle più complesse e articolate
mostre in spazi pubblici italiani realizzata dall’artista e creatore teatrale fiammingo. Per la prima volta in assoluto un artista vivente si cimenta contemporaneamente in tre luoghi di eccezionale valore storico e artistico.
Sabato 14 maggio aprirà la mostra al Forte di Belvedere, dove tra i bastioni e la palazzina saranno presentate circa sessanta opere in bronzo e cera, oltre a una serie di film incentrati su alcune storiche
performance dell’artista. Le curatrici Melania Rossi e Joanna De Vos, insieme al direttore artistico del progetto Sergio Risaliti, hanno scelto il Forte Belvedere come nucleo tematico dell’esposizione “Jan
Fabre. Spiritual Guards”, per le sue caratteristiche spaziali e storiche. Una fortificazione che nel tempo è servita per difendere Firenze dalle minacce esterne, ma anche per proteggere la famiglia dei Medici in tempi di rivolte cittadine.
Il Forte Belvedere è un luogo di difesa dall’esterno e dall’interno quindi, che suggerisce un percorso – ha spiegato Risaliti – attraverso la vita, le ambizioni e le angosce dei potenti signori medicei e che allude a opposte percezioni e sensazioni umane come quelle di controllo e abbandono, ma anche a bisogni e desideri contrapposti come quelli di protezione armata e di slancio spirituale, così profondi e radicati da condizionare le forme architettoniche e la configurazione dello spazio naturale. Soprattutto qui al Forte
Belvedere dove è evidente la necessità di fortificarsi nella consapevolezza di restare pur sempre indifesi.
A comunicare queste ambivalenze che, oltre la storia, costituiscono tutta l’esperienza e la vitalità umana, saranno due schieramenti scultorei di Jan Fabre formati da sette scarabei bronzei posizionati nei punti di vedetta del Forte e da una serie di autoritratti dell’artista a figura intera – tutti di un bagliore dorato che
riflette il paesaggio circostante come un alone spirituale – che andranno a popolare gli angoli dei bastioni all’esterno della palazzina, circondando la villa medicea.
Gli scarabei sono angeli di metamorfosi, guardiani-custodi, simboleggiano nelle antiche religioni e nella tradizione pittorica italiana e fiamminga della ‘vanitas’ il passaggio tra la dimensione terrena e la vita eterna con il loro continuo movimento. Allo stesso tempo possiedono una bellissima corazza che mette in luce drammaticamente la vulnerabilità di quel corpo ‘regale’.
E così anche Jan Fabre, che si definisce, vive e si esprime come “cavaliere della disperazione e guerriero della bellezza”, si spoglia e si veste delle sue armi dispiegando nel luogo più alto di Firenze il suo esercito vestito di armature lucenti e cangianti. Una legione che è qui chiamata a raccontare la devozione
per la vita, a difendere quella fragile pura bellezza che l’arte è in grado di generare, contro un nemico invisibile che arriva da dentro e da fuori contemporaneamente, sempre pronto a colpire e offendere.
All’interno del primo piano della palazzina, in questa occasione riaperta al pubblico dopo molti anni, il percorso continuerà con sculture in cera e con proiezioni di film delle performance di Jan Fabre, in continuità e dialogo con le opere esterne e con il magnifico paesaggio fiorentino.
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