Gli Stati Uniti si fermano per ricordare l’11 settembre che quindici anni fa vide morire 2.753 persone negli attacchi portati da al Qaeda in territorio
americano da 19 kamikaze.
I nomi delle vittime saranno letti
nel corso di una cerimonia a New York, nel luogo che il mondo ha imparato a conoscere come Ground Zero, e Barack Obama terra’ un discorso al Pentagono, un altro obiettivi degli aerei dirottati dai qaedisti.
L’anniversario cade a due mesi di distanza dale prossime elezioni presidenziali, che vedono Hillary Clinton e Donald Trump in una campagna piu’ divisiva che mai per il paese.
Consapevoli, forse, dell’unita’ necessaria nel giorno del ricordo i due contendenti alla Casa Bianca hanno scelto per queste ore di sospendere la campagna elettorale e saranno presenti alla cerimonia a New York, che sottolineera’ i sei momenti della tragedia in altrettanti momenti di silenzio: il primo comincera’ alle 8.46 del mattino, l’ora in cui il primo aereo, dell’American Airlines, entro’ nelle Torre Nord; seguiranno il ricordo dell’impatto del secondo aereo, del crollo di ciascuna delle due torri, dell’attacco al Pentagono e dello schianto del volo 93 in Pennsylvania.
Obama osservera’ un minuto i silenzio alla Casa Bianca, prima di recarsi al Pentagono, mentre non sara’ presente a entrambe le cerimonia George W. Bush, il presidente al tempo degli attacchi e quello che decise le guerre che seguirono all’11 Settembre, quelle in Afghanistan e in Iraq. Bush ha fatto sapere che andra’ a pregare in una chiesa a Dallas.
Nel suo messaggio radiofonico del sabato Barack Obama ha invitato i cittadini a mostrarsi uniti.
“Di fronte al terrorismo, conta come rispondiamo”, ha affermato, “non possiamo arrenderci a chi ci vuole dividere. Non possiamo reagire in maniere che erodano il tessuto della
nostra societa’ perche’ e’ la nostra diversita’, il nostro accogliere tutti i talenti, il trattare chiunque equamente a prescindere da razza, genere, etnia o fede che contribuisce a rendere il nostro paese grande e resistente”.