A Cinquant’anni dalla morte, avvenuta a Londra il 12 maggio 1970, viene ricordata la figura del valoroso generale polacco Anders che, dopo essere stato liberato dai sovietici dalle loro prigioni, guida il ricostruito Secondo Corpo polacco nella Campagna d’Italia. Una vera guida per tutti i polacchi durante la guerra ma anche dopo il conflitto.
La figura del generale Anders viene ricordata soprattutto per la conquista di Montecassino ma in realtà oltre alle straordinarie capacità militari riuscì ad organizzare uno “Stato” all’interno dell’Esercito. Il Secondo Corpo Polacco era un vero e proprio “Stato” con un’organizzazione capillare che si occupava anche dei civili che furono condotti fuori dal territorio sovietico e sottratti ai campi di lavoro, furono organizzati settori specifici dedicati alla stampa, all’editoria, all’arte, alla letteratura. Il Secondo Corpo polacco ed il generale Anders divennero una guida per tutti i polacchi che erano stati privati della loro patria sia durante la guerra sia dopo la fine del conflitto bellico, soprattutto per coloro che decisero di non tornare e accettare il nuovo governo comunista.
Nato a Blonie presso Varsavia nell’agosto del 1892, Wladyslaw Anders studiò al Politecnico di Riga e conseguì il grado di ufficiale alla Scuola Cadetti dell’Armata russa. Partecipò alla Iª Guerra Mondiale come comandante di squadrone. Ferito due volte durante i combattimenti, Anders si distinse per coraggio e capacità di comando. Con l’indipendenza della Polonia nel 1918 fece parte dello Stato Maggiore dell’Esercito polacco.
Quando la Germania occupò la Polonia, nel settembre del 1939, comandò una brigata di cavalleria contro le truppe tedesche sul confine orientale della Prussia e quando l’Urss, poche settimane dopo, invase i territori orientali polacchi, non esitò a difendere eroicamente la sua Patria. Ferito e catturato dai soldati sovietici fu per 22 mesi, rinchiuso nel carcere della Lubianka a Mosca subendo anche torture.
Liberato dai sovietici il 4 agosto 1941, a lui fu affidato il comando della nuova Armata polacca. L’accordo militare con i sovietici prevedeva la riorganizzazione dell’Esercito polacco, che dipendeva dal Governo in esilio, ma era controllato dai sovietici dal punto di vista operativo sul territorio. Il Quartier generale dell’Armata fu organizzato a Buzuluk, nella regione dell’Oremburg-Volga, dove cominciarono ad affluire tutti gli uomini detenuti nelle prigioni o nei campi di lavoro.
Nel gennaio del 1942 l’Armata polacca in via di formazione fu trasferita nelle Repubbliche asiatiche dell’Unione Sovietica: Uzbekistan, Kazakistan e Kirghizistan ed il Quartier generale fu ubicato a Jangi-Jul, tra Samarcanda e Taskent.
Diffidente nei confronti di Stalin, Anders si battè per trasferire le truppe fuori dai confini sovietici al fine di cercare di sottrarre l’Armata polacca al controllo delle Autorità comuniste e di sopperire alla mancanza di cibo e armamenti. Così, tra marzo e luglio del 1942, le truppe polacche furono trasferite in Persia, a Pahlevi e Teheran, e addestrate per l’esordio sul fronte di guerra. Durante il trasferimento Anders riuscì a far uscire fuori dal territorio sovietico anche tantissimi civili che erano stati deporati nei campi di lavoro. Furono anche tantissimi gli artisti che furono aggregati al Secondo Corpo Polacco e che lasciarono testimonianze di alto valore culturale nella puttura, nel disegno e nella letteratura.
Nel marzo del 1943 proseguirono la loro preparazione nel Nord dell’Iraq, dove vennero istruite sulle tecniche di guerra in montagna e, successivamente, trasferite in Palestina e in Egitto.
Nel dicembre del 1943 le Autorità britanniche, in accordo con il Governo polacco, decisero di impiegare, per la primavera dell’anno successivo, il II Corpo polacco sul fronte italiano: sulla Linea Gustav.
Quando, nell’aprile del 1944, i polacchi giunsero a Cassino, si trovarono di fronte cumuli di macerie e migliaia di cadaveri di soldati, la celebre Abbazia benedettina, faro della cultura monastica occidentale, era stata distrutta la mattina del 15 febbraio 1944 da una pioggia di bombe sganciate da più di duecento bombardieri e la città che sorgeva ai piedi del costone di Montecassino era stata rasa al suolo, un mese dopo, nel tentativo di stanare i tedeschi che difendevano tenacemente la Linea Gustav.
Dopo tre mesi di combattimenti feroci, erano state sferrate tre offensive contro i tedeschi dal 12 gennaio al 24 marzo 1944, compreso l’imponente bombardamento contro il Monastero benedettino, ma gli Alleati non erano riusciti a penetrare nella Valle del Liri e raggiungere Roma.
Al termine dell’operazione Dickens, che gli storici anglosassoni definiscono la terza battaglia di Cassino, nel marzo del 1944, il generale inglese Oliver Leese comunicò al generale Anders che gli Alleati avevano preparato un nuovo piano per sfondare la Linea Gustav, i cui capisaldi erano stati individuati nelle alture di Montecassino, prima, e Piedimonte San Germano, dopo: l’operazione Diadem. In tale ottica il XII Corpo britannico fu schierato tra Cassino e il fiume Liri, il Corpo di Spedizione francese e il II Corpo americano dal Liri al Mar Tirreno.
Anders, preparando la strategia, si rese subito conto che lo sforzo che avrebbe dovuto compiere il suo Esercito era enorme, considerando l’asprezza dei combattimenti, gli insuccessi degli Alleati qui bloccati dal mese di gennaio e la forza del nemico che schierava in quel settore il suo miglior reparto: la Iª Divisione Paracadutisti.
Però sapeva di poter contare su uomini altamente motivati, dopo le esperienze nei campi di lavoro e nelle prigioni sovietiche ed era consapevole che una vittoria a Montecassino avrebbe potuto equivalere ad una rivincita per l’intera Polonia, occupata ed umiliata dalla Germania e dall’Unione Sovietica.
Come scriverà nelle sue memorie un successo contro i tedeschi sul fronte di Cassino “avrebbe coperto le armi polacche di gloria”.
Il talento operativo e l’intelligenza militare lo portarono ad accettare questa operazione, calcolando i rischi del combattimento, le inevitabili perdite che avrebbe subito il suo Esercito e anche le forti possibilità di un insuccesso.
Anders preparò il piano, comprese che l’ostacolo principale era il costone di Montecassino, blocco montano largo fino a 6 km, che costituiva una posizione naturale di difesa eccellente e sfruttata pienamente dai tedeschi che ne aumentarono l’inespugnabilità con lavori di fortificazione compiuti durante la preparazione della Linea Gustav. Si rese conto che continuare l’attacco frontale, come era stato programmato nelle tre battaglie precedenti, non avrebbe scardinato la resistenza tedesca poiché il sistema difensivo era basato anche su alcune alture circostanti. Era, pertanto, indispensabile isolare il costone di Montecassino e tentare di aggirarlo da Nord occupando alcune colline che si trovavano alle spalle del Monastero come Colle S. Angelo, quota 593 e Masseria Albaneta per poi puntare su Passo Corno e Piedimonte San Germano.
Il piano prevedeva un attacco su due direttrici, Colle Sant’Angelo e quota 695; ciò significava sfondare la Linea Gustav e investire la Linea Hitler nel punto di sutura dei due dispositivi difensivi: Piedimonte San Germano.
L’offensiva fu preparata nei minimi particolari considerando le difficoltà del combattimento che avrebbero richiesto urgenti scorte di materiali, motivo per cui il Comando polacco decise di trasportare ed accumulare una grande quantità di munizioni, viveri ed acqua.
Anders sferrò l’attacco l’11 maggio 1944 e il 18 maggio le truppe polacche, stremate e decimate dalla terribile battaglia, riuscirono ad occupare le macerie ormai deserte dell’Abbazia di Montecassino ed innalzare la bandiera nazionale.
Il generale Anders conduce il secondo corpo polacco alla vittoria nella battaglia di Ancona e nella liberazione di Bologna. Dopo la guerra il generale Anders rimarrà in esilio e Londra dove scrisse le sue memorie di guerra “L’Armata in Esilio”.
Wladyslaw Anders morì a Londra il 12 maggio 1970 e, rispettando la sua volontà, fu seppellito nel Cimitero polacco di Montecassino accanto ai suoi soldati.